Perché visitare Caltanissetta?
Storia, arte, cultura, cucina e turismo.
Perché Scoprire Caltanissetta?
La città di Caltanissetta è una delle città più grandi della Sicilia ma è la meno conosciuta e battuta dai turisti in cerca di nuove esperienze. L’isola incanta da sempre i suoi visitatori per le magnifiche coste ma è davvero poco conosciuta per il suo patrimonio interno. La poca predisposizione dei turisti a visitare l’interno e le poche informazioni fornite per raggiungerci hanno fatto sì che da sempre Caltanissetta sia stata bistrattata e relegata a città poco appetibile da visitare.
Ma è davvero così?
C’era una volta…
Sicani, romani, arabi, normanni, spagnoli…
La città ha origine sicana come dimostrato dall’insediamento trovato sul monte Gebel Habib “la montagna felice”, così chiamata dagli arabi nel secolo IX, quando la conquistarono. Successivamente prese il nome di Gebel Gabel “la montagna panoramica”.
L’antica Nissa fu occupata nel 123 a.C. dai Romani guidati dal console Lucio Petilio, che vi installò una colonia, dal suo nome chiamata Petiliana.
Gli Arabi, nell’831 vi stanziarono oltre trecento famiglie provenienti dalla Tunisia.
I Normanni, occuparono nissa nel 1087 e nel 1153 vi consacrarono la chiesa di Santo Spirito, fondata dal Gran Conte Ruggero e da sua sorella Adelasia.Tra il 1060 al 1194, la città cominciò a chiamarsi Calatanesat, mentre alla fine del secolo XII si chiamava già Caltanixettum.
Nel periodo aragonese, re Federico III d’Aragona nel 1296 dichiarò conte il prode Corrado Lancia. Re Federico IV il semplice, trovandosi nel 1361 nel castello di Pietrarossa, le cui rovine sono ancora visibili dalla devastazione causata dal terremoto del 1567, vi fu assediato dai baroni ribelli Francesco Ventimiglia e Federico Chiaramonte e venne salvato dai cittadini nisseni, che mal sopportavano le prepotenze dei baroni.
Nel 1358 i quattro più potenti signori della Sicilia (gli Aragona, i Chiaramonte, i Peralta e i Ventimiglia) si riunirono nel Castello di Pietrarossa e si spartirono il governo dell’isola, con il cosiddetto “Governo dei quattro Vicari”, che durò fino al 1392 quando divenne re in Sicilia Martino I d’Aragona, che regnò fino al 1409.
Re Martino I nominò nel 1407 conte di Caltanissetta il nobile Matteo Moncada, che cedette al re, in cambio, la signoria di Augusta. I Moncada dominarono la città per 405 anni, fino al 1812, cioè fino a quando fu abolita la feudalità in Sicilia.
Nella “Età dei Vicerè”, che in Sicilia va dal 1412 al 1713 e sotto il dominio dei Moncada, fu costruito nel 1553 da maestranze veneziane sul fiume Salso il Ponte di Capodarso, alto quasi 20 meri e con una armoniosa e possente arcata servì per favorire l’esportazione dello zolfo.
Nel 1718 Caltanissetta fu uno dei centri della rivolta antisavoiarda in Sicilia; le truppe del re sabaudo Vittorio Amedeo II, guidate dal vicerè piemontese Annibale Maffei, furono costrette ad abbandonare la città l’11 luglio, causando 53 vittime tra i nisseni e perdendo 17 soldati sabaudi.
Definire Caltanissetta con un colore?
Il giallo delle nostre colline bruciate dal sole, del grano che era la coltivazione più diffusa… un colore che caratterizza ogni aspetto della nostra terra.
Con la scoperta dei grandi giacimenti di zolfo, Caltanissetta diventò una grande città mineraria che portò tanti disperati da ogni parte della Sicilia a lavorare nelle miniere. Questo fu un periodo di grande slancio economico come anche di grande disperazione, moltissime furono le tragedie dovute agli scoppi di grisù che si consumarono tra i cunicoli, molte le generazioni di bambini venduti dai genitori per pochi spicci.
Anche la pietra, che caratterizza le mura delle abitazioni del centro storico e di tutte le chiese e i palazzi storici, è quella di Sabucina dal giallo intenso.
Va bene tutto, ma io sono uno che mangia.
Cosa fate di buono?
Potremmo rispondere a questa domanda parlandovi dell’unico e solo Cannolo Siciliano. Ebbene si, a dare i natali a questo dolce conosciuto in tutto il mondo siamo stati noi nisseni, così come per tanti altri dolci apprezzati da chiunque visiti la nostra terra, come ad esempio il Rollò alla ricotta e il Torrone siciliano.
Si, anche a noi piace mangiare e siamo specialisti nel realizzare dolci, rosticceria e pietanze della più antica tradizione che vi lasceranno senza parole!